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Il Vita costa ma batte i fondi. Con garanzia

di Federica Pezzatti

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4 Ottobre 2008

Nei primi sei mesi del 2008 le polizze unit e index hanno registrato una raccolta premi in calo del 28,3% rispetto allo stesso periodo del 2007. E il recente crollo dei prodotti indicizzati garantiti da Lehman Brothers probabilmente originerà un'ulteriore disaffezione da questi contratti in cui il rischio controparte è stato di fatto trasferito ai clienti. Ma le assicurazioni non vendono solo polizze finanziarie, anche se negli ultimi anni sono stati un vero e proprio cavallo di battaglia del settore. Con taluni prodotti tradizionali più tutelanti il rischio mercato resta a carico delle compagnia e viene coperto tramite l'utilizzo di riserve tecniche vigilate dall'Isvap. Le prestazioni di queste polizze sono infatti garantite direttamente dalle compagnie, talvolta con rendimenti minimi comunque assicurati, e sono legate all'andamento di apposite gestioni separate (anche se solo contabilmente), su cui sorveglia l'Authority. Alla fine del 2007 i fondi assicurativi di questo tipo erano 367 (contro i 330 dell'anno precedente) e venivano gestiti da 82 società, per un patrimonio superiore a 217 miliardi di euro (-2,1% rispetto al 2006). Il decremento è stato causato anche dai forti riscatti sui contratti di capitalizzazione effettuati da clienti istituzionali che avevano parcheggiato i propri capitali sulle remunerative gestioni separate, per poi fuggire non appena BoT e BTp hanno ricominciato a erogare ricche cedole.
Secondo le rilevazioni Isvap, nel 2007 il rendimento medio lordo ponderato delle gestioni separate è stato pari a 4,42% (in aumento rispetto al 4,28% registrato sia nel 2005 sia nel 2006). Si tratta, è bene ricordarlo, di rendimenti lordi. Per determinare il netto che viene retrocesso e consolidato dall'assicurato bisogna applicare l'aliquota di retrocessione prevista dalle singole tariffe (mediamente si aggira intorno al 90%). Stimando dunque un netto in area 3,97%, il risultato medio appare comunque superiore a quanto registrato nel 2007 dai fondi comuni che, stando agli indici Fideuram di categoria, hanno reso il 2,5% (fondi obbligazionari area euro a breve termine) e l'1% (obbligazionari a medio lungo termine). Le rivalutabili, al netto dei costi, non sono invece riuscite a battere l'eterno rivale «rendistato» (tasso medio di rendimento lordo dei titoli di Stato), che, come appurato dall'Isvap, nello stesso periodo ha offerto il 4,41% lordo.
Ma dove investono le gestioni separate e soprattutto sono protette in questa fase di mercato? Il portafoglio all'ultima rilevazione disponibile era per il 61,5% composto da titoli di Stato, anche se la componente obbligazionaria è aumentata nel 2007 ben del 10%, arrivando al 24,92%. Si dovrebbe trattare comunque di bond non troppo rischiosi visto che le compagnie, e la stessa Isvap, hanno minimizzato l'impatto Lehman. In ogni caso, quanto finora consolidato agli assicurati, nonchè il tasso tecnico garantito in origine, resta acquisito dai contraenti. Tenendo conto poi, che i titoli in portafoglio vengono valorizzati al costo storico e non ai prezzi di mercato, le gestioni dovrebbero essere relativamente immunizzate, a differenza dei fondi comuni, in una fase di rialzo dei tassi.
E la voglia di sicurezza guida anche le nuove proposte delle assicurazioni che in questo momento si stanno riorientando su prodotti di nuova generazione che però tornano ad assicurare. Come mostra la tabella in pagina, dove sono inserite le ultime novità di alcune compagnie, le regole di base sono quelle classiche, ma cambiano alcune caratteristiche, soprattutto sul fronte dei costi. Si presentano caricamenti iniziali più contenuti rispetto a quelli visti in passato che inficiavano il risultato finale dell'investimento. Oggi al posto dell'aliquota di retrocessione si utilizza un costo annuo (tra lo 0,7 e l'1,2%), onere più comprensibile che viene sottratto dal rendimento della gestione di anno in anno retrocesso e consolidato. «Al di là di quelli che sono i volumi di vendita, il prodotto assicurativo che investe in fondi a gestione separata è stato caratterizzato da molta attenzione da parte degli uffici marketing delle compagnie soprattutto negli ultimi tempi – spiega Marcella Frati, director di Nmg –. Diverse realtà si sono impegnate recentemente per rendere il prodotto più attraente per quel segmento di investitori che hanno obiettivi di preservare e di far crescere il proprio capitale in modo costante nel tempo, senza compromettere ciò che è stato investito. Molti prodotti hanno subìto dei miglioramenti sia nella struttura dei costi, sia nella gestione separata di riferimento».

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